
04 Giu Iniziare a investire da zero: le 4 cose da sapere
Iniziare a investire da zero: come farlo al meglio, per costruire la mia ricchezza?
Quanto devo studiare? Cosa devo studiare e quali percorsi devo scegliere?
E quanto tempo ci impiegherò, prima di raggiungere i miei obiettivi?
Lo posso davvero fare, oppure alla fine, non sarà mai in grado di gestire davvero i miei investimenti in autonomia?
Oggi parliamo di un argomento molto interessante: come iniziare a investire in autonomia, partendo da zero, senza incappare in truffe e senza complicazioni inutili.
Vedremo insieme tutto quello che ti serve per iniziare a capire quali siano i tuoi obiettivi finanziari e come realizzarli, anche attraverso un’adeguata formazione.
Al contrario di quello che potresti pensare, investire in autonomia non è così complesso. Certo, ci sono delle cose da sapere, ma niente che tu non possa imparare online attraverso delle fonti di formazione serie.
Chi ci conosce o chi ha seguito i nostri percorsi, come raccontano le loro testimonianze, sa bene che investire in autonomia, dopo un serio percorso di studio, è un qualcosa di fattibile, che all’inizio può sembrare complesso, ma che diventerà semplice e automatico come bere un bicchiere d’acqua: d’altronde, la semplicità non è altro che complessità risolta, grazio allo studio.
E non che studiare Economia all’Università, per esperienza personale, ti insegni davvero a investire il tuo denaro o quello di qualcun altro. Anzi, moltissime delle persone che abbiamo aiutato ti possono confermare quanto ti abbiamo appena detto: studiare economia e finanza, all’Università, molto spesso non ti prepara al mando pratico degli investimenti.
Quindi, cosa fare per imparare e iniziare ad investire da zero? Qual è il miglior corso per imparare a investire?
Anzitutto, per renderti conto di quanto detto finora, ti lasciamo una recensione su uno dei nostri corsi pensati proprio per questo.
1. Perchè è importante imparare e iniziare a investire?
Se sei arrivato su questo articolo e se stai leggendo queste parole, vuol dire che, molto probabilmente, vorresti essere più consapevole nella gestione dei tuoi risparmi: non sappiamo ancora chi sei e quali sono i tuoi obiettivi finanziari, a parte quello di divenire consapevole e autonomo/a nella gestione del denaro e dei tuoi investimenti, ma possiamo raccontarti cosa NON devi diventare.
Per anni, gli italiani si sono divisi in due grandi gruppi, tra quelli che investivano sui mercati finanziari. Come ti racconto in questo video, da una parte abbiamo sempre avuto gli italiani che non ne volevano sapere nulla dei propri investimenti, che demandavano tutto a banche, Poste e assicurazioni, spesso trovandosi con poco o nulla in mano, sobbarcati dagli enormi costi applicati da questi soggetti, che spesso facevano solo il loro interesse, e non quello del risparmiatore.
Nel tempo, è diventato sempre più evidente che affidarsi a banche, Poste e società di gestione non sia la scelta migliore. I costi associati ai prodotti di questo genere sono estremamente alti, al punto che molti investitori non vedono profitti anche quando i mercati crescono.
Oltre ciò, come detto, è diventato sempre più evidente lo strutturale conflitto d’interesse che pesa su questo tipo di società. a causa del quale essi non faranno mai solo l’interesse del cliente (e il tuo, quindi).
Dall’altra parte del ring, abbiamo spesso avuto le persone che si sono approcciate ai mercati senza metodo, senza studio, facendo completamente da sole, o magari affidandosi ai consigli di qualche “amico esperto”, che raccontava straordinarie imprese sui mercati: se i primi, al massimo, non vedevano crescere i propri soldi, i secondi addirittura arrivavano a perdere grandi quantità di denaro, approcciandosi a questo mondo senza disciplina, senza studio, dopo magari aver visto qualche video su YouTube o letto qualche libro sul tema.
Ma quindi cosa e come dovrei studiare per imparare e iniziare a investire da zero?
Ecco arrivati al primo, vero, importante punto della questione, che ti starà balenando in testa: è sufficiente studiare su pochi libri, magari sui classici testi che si consigliano per approcciarsi al mondo della borsa e degli investimenti, per riuscire ad investire in autonomia?
E’ sufficiente guardare i tanti video su YouTube che posso trovare gratuitamente?
Ti faccio subito una domanda, raccontandoti una parte della mia storia: secondo te, dopo anni e anni passati sui libri, centinaia di migliaia di euro spesi in formazione personale, e dopo un’immensa fatica per rendere organico quello che ho studiato e ho imparato, potresti riuscire ad avere queste stesse competenze leggendo qualche libro o guardando, senza metodo, qualche video su YouTube?
C’è chi dice di si, ma, ovviamente, la verità è che non è possibile (a meno che tu non voglia rimanere nella più completa mediocrità).
“Ma come, mi avevi detto che studiare economia e finanza all’Università non serviva a imparare a investire!”
Assolutamente si, e te lo confermo: io stesso, appena uscito dall’Università, dopo una Laurea in Economia Aziendale con 110 e Lode e una Specializzazione in Risk management e Finanza Internazionale, anch’essa con 110 e Lode, sapevo ben poco del mondo pratico degli investimenti.
Ma la mia formazione di base mi ha permesso di organicizzare meglio quello che avevo studiato, capire bene quello che ancora dovevo studiare e definire con METODO (non a caso) quello che dovevo approfondire.
Ed oggi, metto a mia disposizione tutta la mia esperienza affinché tu, con un percorso chiaro e lineare, possa arrivare, con metodo, ad avere quelle consapevolezza necessaria ad investire in autonomia.
Certo, non ti si viene richiesto di diventare un professionista del settore – come lo posso essere io – per il quale sono necessari anni e anni di studio e impegno: ti si richiede, però, di avere quella consapevolezza necessaria a iniziare a investire bene i tuoi soldi, per la quale comunque servirà seguire un percorso chiaro, con metodo, fatto di uno studio organico, definito da una persona esperta come me o come i miei collaboratori.
Ergo, non puoi andare a tentoni, tra mille video di YouTube o centinaia di libri sul tema finanza.
Ecco le 4 regole: numero uno, distingui le Asset Class
Prima di iniziare a investire da zero, vedremo come un passaggio essenziale da seguire sarà quello di definire i tuoi obiettivi finanziari, che potranno essere quelli di costruire una rendita alternativa futura, costruire un capitale per le emergenze, costruire una pensione integrativa, e così via.
Per raggiungere questi strumenti, dovrai prima di tutto imparare a conoscere e imparare ad avere dimestichezza con le varie asset class.
Azioni, obbligazioni, ETF, fondi comuni, REITs: il mondo è davvero pieno di strumenti finanziari. Non investirai su tutti e non c’è bisogno di complicarsi la vita, ma è giusto saperli distinguere tutti.
Bisogna capire quali sono i pregi e difetti di ognuno di essi, quali sono le modalità attraverso cui puoi investirci, quali sono le modalità attraverso cui puoi gestirli.
E dovrai capire anche la migliore modalità per investire in queste asset class: perchè devi sapere subito che, per investire in azioni, materie prime, oro, argento, obbligazionari, REITS, lo puoi fare sia direttamente, sia attraverso strumenti che aggregano i tuoi soldi e quelli di altri investitori (i famosi “fondi”) per poi andare sul mercato e comprare le diverse asset class.
Vedi?
La questione si sta complicando parecchio ed ecco perchè hai bisogno di un percorso serio, lineare e organico per capire tutte queste sfaccettature diverse.
Ad esempio, la maggior parte degli esperti nel settore concorda sul fatto che, per gli investitori al dettaglio, la scelta più comune e conveniente sia gli ETF, che rappresentano gran parte del risparmio privato investito in autonomia su azioni e obbligazioni.
Gli ETF sono fondi d’investimento a gestione passiva. Anziché cercare di battere il mercato e di addebitarti costi di gestione del 3% annuo, come i fondi comuni d’investimento che provano a venderti in banca, gli ETF si limitano a replicare un indice di Borsa. Per questo hanno costi minimi, intorno allo 0,2% annuo, e non c’è bisogno di mettere i propri soldi in mano a qualche trader sconosciuto in cerca di commissioni.
Attraverso gli ETF, anche investendo piccole somme avrai la possibilità di diversificare il tuo investimento su tanti strumenti finanziari.
Ma gli ETfs sono un’asset class?
Che significa gestione passiva? Esiste anche una gestione attiva? E che differenza c’è tra ETFs, azioni, obbligazioni e i fondi bancari?
Per chi ha seguito un percorso di formazione serio e lineare, queste sono informazioni ormai chiare e semplici: ma, come detto all’inizio, la semplicità altro non è che complessità risolta. E tutte queste informazioni le puoi anche trovare, con molta fatica, su internet, ma mai in modo organico e senza riuscire veramente a raccapezzarti, tra le diverse fonti.
Ma torniamo a noi.
Definito il primo step essenziale per iniziare ad investire, dobbiamo passare alle altre cose fondamentali da sapere.
Regola numero due: definisci i tuoi obiettivi
Quando avrai una panoramica completa dei vari strumenti finanziari che esistono, è tempo di parlare di come puoi utilizzarli all’interno della tua strategia di investimento. Anche in questo caso ci vorrebbe un mare di pagine per riuscire a spiegarti esattamente come farlo, anche se, adesso, proviamo a darti qualche info (perdonami, nell’ultimo corso ho scritto 3oo slides coi miei collaboratori e fatto lezioni per 5 ore su questo tema, sarà un’impresa dirti le cose principali in poche righe).
La cosa più importante da comprendere è che devi investire per raggiugnere degli obiettivi finanziari, chiari e specifici.
Obiettivi tipici sono:
- Proteggere i risparmi dall’inflazione;
- Investire il risparmio mensile o annuale in modo da costruire, nel tempo, una pensione integrativa o comunque un patrimonio disponibile a lungo termine;
- Lasciare una somma di denaro sul conto per un figlio che sta crescendo;
- Investire in modo speculativo sugli strumenti finanziari per approfittare delle oscillazioni di giornata (trading speculativo).
- Ecc. ecc. ecc.
Dovrai capire, in primis, quali sono i tuoi piani a lungo termine e come sei intenzionato a posizionarti sulla scala del rischio/rendimento.
Per definizione, ogni strumento finanziario ha un potenziale di rendimento che dipende direttamente dal suo rischio. I Titoli di Stato, ad esempio, hanno un rischio basso o addirittura molto basso, perché le cedole ti verranno sempre pagate, a meno che il governo del paese nel quale hai investito non dichiari bancarotta; allo stesso tempo hanno anche un rendimento di poco superiore a zero, che al netto dell’inflazione è effettivamente zero negli ultimi anni.
Al contrario, le azioni, sono un investimento più rischioso perché rappresentano la quota di una società privata. Non c’è la garanzia di quanti utili riceverai nel tempo, a quanto ammonteranno e a che prezzo potrai vendere l’azione. Tuttavia il potenziale di rendimento è a sua volta molto più alto di quello di un BTP.
Normalmente un portafoglio bilanciato contiene sia strumenti più rischiosi, come le azioni, sia strumenti meno rischiosi come le obbligazioni governative. In base a quanto sei disposto a rischiare, in base al tuo orizzonte temporale, definito sempre a partire dagli obiettivi di cui sopra, in base alla tua Risk Tolerance, bilancerai poi le varie parti del portafoglio.
Regola numero tre: evita di fare Market Timing
Nel momento in cui hai deciso che è arrivato il momento di mettere i tuoi soldi in gioco e di costruire il tuo piano di investimento, generalmente ti balzerano alla testa una serie di domande da un milione di dollari.
“Ma è un momento giusto per investire?!”
“Si dice possa arrivare un crollo: non conviene aspettare?!”
“Dicono sia meglio investire quando i prezzi scendono: io aspetto!”
Il Market timing è una strategia d’investimento attraverso la quale si cerca cogliere il momento più profittevole per operare sui mercati.
In pratica si cerca di comprare prima di un rialzo e di vendere prima di un ribasso con l’obiettivo di anticipare i movimenti di mercato. In giro per il web troverete sempre fantomatici esperti che millantano le capacità da tutti ricercate di “anticipare i mercati” e saper riconoscere l’avvento di una bolla, vendendo prima, oppure riconoscendo il fondo del barile, comprando subito dopo.
Come abbiamo cercato di spiegare in questo articolo molto visualizzato, i dati ci mostrano invece come tale tecnica sia non solo dispendiosa in termini di costi (comprare e vendere troppe volte aumenta in modo esponenziale i costi di transizione), ma sia anche dispendiosa per quanto riguarda i tuoi rendimenti
Nel mondo finanziario esiste un adagio che recita che «gli investitori non sono terrorizzati da perdere i loro soldi negli investimenti; sono terrorizzati a non prendere parte al prossimo rally di borsa“.
L’adagio starebbe a significare che l’interesse di un investitore non è tanto quello di anticipare uno storno di mercato per scampare un calo del portafoglio, quanto quello di “stare investito il più possibile” per non perdersi neanche un rally di borsa.
Anche perchè “perdere” i momenti migliori può essere fatale per i tuoi investimenti, come la giornata di ieri.
Come detto, vediamo come i dati confermano il paradosso secondo cui il tuo rendimento di lungo periodo dipenda fortemente da sparuti momenti di gioia (come ieri) e che, perdersene anche uno solo può essere fatale: ipotizziamo che un investitore decida di investire 10.000 dollari nel 1980, rimanendo sempre investito fino al 2016.
Sarebbe passato attraverso momenti molto favorevoli, ma anche fasi molto delicate di calo della borsa americana. In questi quarant’anni abbiamo assistito a guerre, crolli di regimi valutari, crisi iper-inflattive, scandali presidenziali, bolle speculative (dot.com, ma anche alla crisi finanziaria legata ai mutui subprime ed al fallimento di Lehman Brothers), o anche crisi di Stati (Debiti sovrani nel 2012).
Se cerchi il momento perfetto per investire, non investirai mai. La realtà è che nel lungo termine il market timing, cioè il fatto di entrare sul mercato al momento giusto, non conta quasi niente. Al contrario è determinante il time into market, cioè riuscire a mantenere i soldi investiti più a lungo possibile.

(Fonte: FMR &Co.)
Regola numero quattro: inizia con un PAC e poi diversifica
Dopo aver capito che l’importante è iniziare ad investire ora, un’altra domanda ti potrebbe balenare in testa:
“E se investo io e il mercato crolla?”
Bene, per evitare questo problema, se stai partendo da zero, la strategia migliore è costruire il tuo PAC tramite la tecnica del Dollar Cost Averaging.
Può sembrare qualcosa di molto complesso, ma in realtà è incredibilmente semplice. Significa che dovresti stabilire in anticipo degli investimenti periodici (es. ogni 3 mesi, 6 mesi o ogni anno) in modo da assicurarti di entrare sul mercato in momenti diversi.
Lo potrai fare con gli ETF, come spieghiamo in questo articolo, definendo nel tempo, con tranquillità il tuo portafoglio, riuscendo a gestire bene e senza ansie anche le fasi difficili dei mercati.
E se non parti da zero?
Se non parti da zero, quando impari a investire, devi imparare a diversificare. Soprattutto in un primo momento, evita chi vuole insegnarti a trovare l’azione dell’anno o la IPO su cui “devi assolutamente puntare”. Studia, piuttosto, intere nazioni o interi settori su cui vuoi puntare e impara a trovare degli ETF che contengano tutte le azioni/obbligazioni di quel settore o di quella nazione.
Conclusioni
Nel mondo odierno, tra banche e intermediari in conflitto di interessi che provano a vederti prodotti solo costosi e malcapitati che si cimentano, senza alcun metodo o senza alcuna conoscenza, in investimenti folli, imparare a investire in autonomia ed essere consapevoli sulle borse è diventata una necessità.
Non è assolutamente semplice, perché ti scontri con un mondo complesso, in cui è difficile raccapezzarti e trovare una chiara via da seguire, per riuscire a capire come fare nel più breve tempo possibile.
E, se non la trovassi subito, potresti voler bisogno di anni e anni, prima di sentirti veramente pronto a mettere le mani in pasta.
La soluzione migliore, invece?
Investire il tuo tempo e il tue denaro, in primis, in un percorso serio, lineare, che nell’arco di pochi mesi (anziché anni) ti porti davvero ad essere autonomo sui mercati e a costruire i tuoi investimenti in autonomia.
E noi, per te, abbiamo costruito FinStart.