
13 Ott La bufala del market timing
Non passa giorno che qualcuno non ci chieda come fare ad «anticipare» le borse, per provare a vendere poco prima del crollo o ad acquistare poco prima della risalita: in effetti, la favola del market timing ha sempre affascinato i molti che si approcciano a questo mondo, rimanendo però tale: una bufala. E gli ultimi eventi in borsa lo confermano.
Nella giornata di ieri, il NASDAQ ha messo a segno una progressione che poche volte è possibile vedere nel corso di un anno, con una chiusura di borsa a circa il +3% di gain.
Volano, in particolare, Apple e Amazon, con progressioni rispettivamente del 6% e del 5%: ma ciò che ci interessa non è tanto analizzare il perchè di questo stupendo gain di borsa, quanto il fatto che questa previsione fosse completamente inaspettata.

Dopo un periodo di fiacca totale sulle borse, durato circa un mese, arriva la falcata improvvisa, che fa attivare tutti gli ordini di acquisto degli operatori «automatici» e permette al vostro portafoglio di esultare: purtroppo, queste «fiammate» sono completamente improvvise e non potete pensare di «entrare» quando la festa è già cominciata.
Ergo, se non siete «investiti», perchè ad esempio avete scelto di aspettare un qualche segnare per «entrare». è molto probabile che una festa del genere ve la siate persa: ed occhio, perchè sono queste poche performance a generare, paradossalmente, gran parte del vostro rendimento nel tempo.
Paradossale, no?
Vediamo cosa ci dicono i dati, a conferma di ciò.
Fare Market timing: una pessima idea
Il Market timing è una strategia d’investimento attraverso la quale si cerca cogliere il momento più profittevole per operare sui mercati.
In pratica si cerca di comprare prima di un rialzo e di vendere prima di un ribasso con l’obiettivo di anticipare i movimenti di mercato. In giro per il web troverete sempre fantomatici esperti che millantano le capacità da tutti ricercate di “anticipare i mercati” e saper riconoscere l’avvento di una bolla, vendendo prima, oppure riconoscendo il fondo del barile, comprando subito dopo.
I dati ci mostrano invece come tale tecnica sia non solo dispendiosa in termini di costi (comprare e vendere troppe volte aumenta in modo esponenziale i costi di transizione), ma sia anche dispendiosa per quanto riguarda i tuoi rendimenti
Nel mondo finanziario esiste un adagio che recita che «gli investitori non sono terrorizzati da perdere i loro soldi negli investimenti; sono terrorizzati a non prendere parte al prossimo rally di borsa“.
L’adagio starebbe a significare che l’interesse di un investitore non è tanto quello di anticipare uno storno di mercato per scampare un calo del portafoglio, quanto quello di “stare investito il più possibile” per non perdersi neanche un rally di borsa.
Anche perchè “perdere” i momenti migliori può essere fatale per i tuoi investimenti, come la giornata di ieri.
Come detto, vediamo come i dati confermano il paradosso secondo cui il tuo rendimento di lungo periodo dipenda fortemente da sparuti momenti di gioia (come ieri) e che, perdersene anche uno solo può essere fatale: ipotizziamo che un investitore decida di investire 10.000 dollari nel 1980, rimanendo sempre investito fino al 2016.
Sarebbe passato attraverso momenti molto favorevoli, ma anche fasi molto delicate di calo della borsa americana. In questi quarant’anni abbiamo assistito a guerre, crolli di regimi valutari, crisi iper-inflattive, scandali presidenziali, bolle speculative (dot.com, ma anche alla crisi finanziaria legata ai mutui subprime ed al fallimento di Lehman Brothers), o anche crisi di Stati (Debiti sovrani nel 2012).

Nonostante gli alti e bassi del mercato il nostro investitore sarebbe stato ricompensato con un rendimento composto molto favorevole e in 36 anni i suoi 10.000 $ sarebbero diventati 512.476 $
Ma cosa sarebbe successo se avesse mancato anche solo 5 dei migliori giorni di questi quarant’anni?
Attenzione, in 36 anni abbiamo circa 12.500 giorni di contrattazione di borsa: cosa potrebbe mai succedere se perdessi «solo» i migliori 5?
Che il rendimento del nostro investitore scende di quasi 200 mila dollari. E se ne avesse perso 30 dei migliori giorni (in quarant’anni), anzichè guadagnare mezzo milione di dollari, avrebbe guadagnato «solo» una novantina.
In pratica la parte sostanziale del rendimento in un periodo di oltre 35 anni viene data da pochissimi giorni
Sfido chiunque a sapere in anticipo quando si verificheranno questi giorni. Cercare di anticiparli può significare perdere gran parte del rendimento.
E stiamo valutando le performance di un investitore in arco temporale molto ampio: se restringiamo le nostre analisi, ad esempio in un arco temporale ventennale, perdere i migliori 40 giorni di borsa, nel tentativo di fare market timing, potrebbe addirittura portarvi performance negative.

In questa analisi di Risparmiacelo!, mancando i migliori 40 giorni si arriva addirittura a perdere lo 0,45% annuo: solo 40 giorni.
Ogni qual volta decidete di “uscire” dal mercato per tentare di fare market timing, state rischiando di perdere i giorni essenziali in cui costruirai il tuo rendimento: questi dati dovrebbero essere la vostra bussala e la vostra àncora ogni qualvolta qualcuno prova a convincevi della bontà del Market Timing