
06 Giu Qual è il momento giusto per investire?
Una delle domande più frequenti che ti passa per la testa quando si tratta di dover investire i tuoi soldi è sicuramente questa: qual è il momento giusto per investire?
Questa domanda parte da una concezione degli investimenti che tv e giornali vogliono inculcarci nella testa, l’idea cioè del “trader” che compra e vende in funzione dell’andamento del mercato e che riesce, con le sue mosse, ad anticipare il mercato stesso.
Con questo articolo vedremo come la tecnica del market timing in realtà è una pura illusione, come sia molto più redditizio seguire altre strade e come sia necessario non confondere il market timing stesso con i “ribilanciamenti periodici”.
Il Market timing è una strategia d’investimento attraverso la quale si cerca cogliere il momento più profittevole per operare sui mercati.
In pratica si cerca di comprare prima di un rialzo e di vendere prima di un ribasso con l’obiettivo di anticipare i movimenti di mercato. In giro per il web troverete sempre fantomatici esperti che millantano le capacità da tutti ricercate di “anticipare i mercati” e saper riconoscere l’avvento di una bolla, vendendo prima, oppure riconoscendo il fondo del barile, comprando subito sopo.
I dati ci mostrano invece come tale tecnica sia non solo dispendiosa in termini di costi (comprare e vendere troppe volte aumenta in modo esponenziale i costi di transizione), ma sia anche dispendiosa per quanto riguarda i tuoi rendimenti
I dati
Nel mondo finanziario esiste un adagio che già dovrebbe convincerti del fatto che “fare market timing” non sia la strada da seguire: questo adagio recita che “gli investitori non sono terrorizzati da perdere i loro soldi negli investimenti; sono terrorizzati a non prendere parte al prossimo rally di borsa“.
L’adagio starebbe a siginficare che l’interesse di un investitore non è tanto quello di anticipare uno storno di mercato per scampare un calo del portafoglio, quanto quello di “stare investito il più possibile” per non perdersi neanche un rally di borsa.
Anche perchè “perdere” i momenti migliori può essere fatale per i tuoi investimenti.
Ipotizziamo che un investitore decida di investire 100.000 dollari nel 1990, rimanendo sempre investito fino al 2019.
Sarebbe passato attraverso momenti molto favorevoli, ma anche fasi molto delicate di calo della borsa americana. Proprio in quel periodo abbiamo assistito allo scoppio della bolla delle dot.com, ma anche alla crisi finanziaria legata ai mutui subprime ed al fallimento di Lehman Brothers.

Nonostante gli alti e bassi del mercato il nostro investitore sarebbe stato ricompensato con un rendimento composto del 9,6%, facendo diventare i suoi 100.000 dollari ben 570.000 circa.
Ma cosa sarebbe successo se avesse mancato anche solo 15 dei migliori giorni degli ultimi venti anni?
Il suo rendimento sarebbe sceso al 6% circa e se avesse mancato “soli” 45 giorni migliori, lo avrebbe ridotto all’1% circa.
In pratica la parte sostanziale del rendimento in un periodo di oltre 20 anni viene data da pochissimi giorni.
Sfido chiunque a sapere in anticipo quando si verificheranno questi giorni. Cercare di anticiparli può significare perdere gran parte del rendimento. Addirittura perdendo i 90 migliori giorni (soli 3 mesi in 20 anni) il nostro ipotetico investitore avrebbe perso denaro. L’investimento iniziale di 100.000 dollari che si sarebbe ridotto al tasso vertiginoso del 3% annuo.
E ogni qual volta decidi di “uscire” dal mercato per tentare di fare market timing, stai rischiando di perdere i giorni essenziali in cui costruirai il tuo rendimento.
Non confondere il market timing coi ribilanciamenti tattici
Ovviamente, la soluzione opposta, il buh.and.hold assoluto, ancorchè redditizio, non è mai la strada perdfetta da seguire, perchè NON ESISTONO investitori che riescono a sopportare senza smottamenti periodi difficili come la bolla dot.com, il fallimento di Lemahn o la crisi Coronavirus.
Il segreto allora diviene costruire una asset allocation anche prudente, sfruttando a proprio vantaggio i cali di mercato implementando azionario. In pratica periodicamente vengono fatti dei ribilanciamenti tra le varie asset class (azioni, bond, liquidità, materie prime) per riequilibrare il portafoglio in base all’andamento dei mercati e ad eventuali mutamenti nelle esigenze di vita dell’investitore.
Che non è, si badi bene, fare market timing: è sfruttare a proprio vantaggio la volatilità del mercato. Dati alla mano, in questo modo, è possibile anche creare più rendimento del mercato stesso, nel lungo periodo.