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Cosa fare quando i mercati calano

Certo, non possiamo parlare ancora di crollo (ma forse neanche di correzione), ma sta di fatto che molti di voi, vedendo rosso, cominciano a spaventarsi.

Arrivano le prime normali correzioni e subito ci torna alla mente la fatidica frase: cosa fare quando i mercati calano?

 

 

1. Le correzioni accadono spesso e il mercato può calare ancora!


Tutto questo potrebbe riportare alla memoria il problema del corretto profilo di rischio che vi siete scelti o che il vostro consulente vi ha affibbiato, ma non voglio stamattina appesantire la questione (anche se andrebbe appesantita).

Tutto questo, per molti, potrebbe anche essere la conferma di quello che vi ho sempre detto, ovvero che, per quanto siate convinti, all’inizio, di saper sopportare una calo di mercato, questo non è affatto vero, visto e considerato che (come si evince dalle decine di messaggi che ricevo al giorno su “cosa fare adesso che il mercato crolla” dopo un -8% dai massimi), ai primi segni rossi sul portafoglio andate in palla.

Pensate quanto può essere sbagliata la classica pianificazione finanziaria che vi fa il vostro consulente, del tipo “bene sign./sign.ra, lei ha un orizzonte temporale di dieci anni, investiamo solo in azioni“, per poi riconoscere a posteriori che quei dieci anni di investimento saranno caratterizzati da decine e decine di correzioni e storni di breve periodi che vi dilanieranno mentalmente, senza mai riuscire a raggiungere i vostri dieci anni.

Ma non voglio appesantire la questione, tanto, All Weather ha già dato le risposte a tutto.

Tornando alla questione “cosa fare quando i mercati calano“, la prima risposta potrebbe essere “niente“, ma è anche vero che i grandi guadagni si sono sempre fatti quando i mercati sono scesi e questi si sono trovati a quotazioni molto più interessanti: il rischio, però, soprattutto in azioni, è che i mercati continuino a scendere in modo ininterrotto, che i tuoi soldi per “mediare i prezzi” finiscano e che la tua stabilità psicologica venga meno.

Ogni anno, lo S&P500 va incontro a cali più o meno forti e, con una certa regolarità, quasi ogni due anni, osserviamo una vera e propria correzione, ovvero un calo dai massimi del 10%.

 

Fonte: JP Morgan, Guide to Markets



Con meno frequenza, ma comunque, anche qui, spesso, osserviamo veri e propri bear market, con cali del 20% dai massimi.

Nonostante questo, l’indice azionario americano (e anche quello globale) a fine hanno molto spesso regalato performance positive.
E ciò consiglierebbe di acquistare, quando i mercati calano. Ma è necessario fare attenzione.

 

Fonte: Charlie Bilello


Per quanto i finti esperti dicano di essere in grado di saper “prevedere” il fondo del barile, il punto più basso del mercato, il punto ottimo in cui entrare, nessuno sa con certezza quando il mercato toccherà il suo fondo e quando questo ripartirà: da qui, il famoso adagio “never catch a falling knife“.

Considera poi un altro fattore: un trend ribassista, oltre che essere molto lungo (anche più del tuo lungo periodo), può anche essere molto veloce e, nel momento in cui inizi a comprare in un mercato ribassista, potresti vedere ancora di più i prezzi scendere rapidamente, prima che il mercato torni a salire (se lo farà!)

Il mercato sale con le scale, ma scende con l’ascensore. Anzi, dalla finestra!

E tutto questo si amplifica enormemente se parliamo di singole azioni e non di indici: se avessi, ad esempio, comprato un colosso come Microsoft all’inizio del 200, un’azienda che dominava il settore software, non quindi la prima piccola Small Cap su cui hai visto un po’ di FOMO, avresti dovuto aspettare 16 anni prima di vedere qualche profitto.

 

 

2. Cosa fare, allora?


Non è neanche detto che, ai primi rialzi, il mercato sia effettivamente rientrato in una nuova fase rialzista (potrebbe essere solo un “rimbalzo del gatto morto”) e non è neanche vera la frase secondo cui “tanto investo nel lungo periodo e nel lungo periodo i mercati crescono sempre“: non sappiamo niente del futuro e il mercato potrebbe rimanere irrazionale molto più tempo di quanto tu possa rimanere solvibile.

Ditelo a chi ha investito nel 1930, oppure negli anni settanta, o ai primi anni duemila, e ha dovuto aspettare decenni prima di vedere dei profitti.

Cosa fare, quindi?

Te lo riassumo in tre punti chiave:

  • Sperare di aver diversficato il tuo portafoglio e di averlo reso più equilibrato
  • Definire un “piano di mediazione” o di riacquisto di azioni, a cadenza mensile o, meglio, trimestrale (un bear market può durare anni)
  • Poco alla volta, accumulare, ma senza mai squilibrare il portafoglio e avendo sempre dentro “Safe Asset”.

Il punto centrale della questione è che, come scritto sopra, un bear market potrebbe anche durare anni e, se ogni mese mi accumulate su un mercato in discesa, andate a bruciare un sacco di soldi.

Quindi, la soluzione potrebbe essere quella di definire un piano di “riacquisto azioni” bimestrale o trimestrale: qualcuno potrebbe storcere il naso, pensando che così si riducano i gain da risalita, ma, nel lungo periodo, l’obiettivo è fare meno cavolate possibili.

Oppure, se state facendo un PAC equilibrato in più asset, potete benissimo continuare con questa strategia, senza preoccuparsi di cosa il mercato stia facendo.

Certo, se hai investito solo in azioni o se stai facendo un PAC sono in azioni e il mercato continua a calare, buona fortuna!
Gabriele Galletta
info@investimentocustodito.com

CEO di Investimento custodito, Risk Manager, Analista Finanziario, massimo esperto in Italia della filosofia All Weather. Seguitissimo sui social e sulle sue piattaforme, ha aiutato migliaia di persone a riprendere in mano il controllo dei propri soldi grazie ai suoi corsi e ai suoi libri.



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