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Come investire con i tassi a zero?

La realtà in cui oggi stai investendo è una realtà caratterizzata da un grande, enorme, problema: i tassi di interesse nulli sui titoli a reddito fisso. Finiti i tempi dei titoli di Stato che con poco rischio ti davano buoni rendimenti. Finiti i tempi delle Gestioni Separate assicurative che offrivano protezione e interessi soddisfacenti. Come poter investire i nostri soldi in questo contesto?

Secondo molti autorevoli analisti, la sfida più importante che gli investitori sono chiamati ad affrontare oggi è confrontarsi con i tassi di interesse a zero degli strumenti obbligazionari.

È ormai una realtà che i rendimenti delle obbligazioni a lungo termine siano pari o prossimi allo zero negli Stati Uniti e non solo.

Ci sono così tante implicazioni di questo fenomeno che ci vuole un po’ di tempo per riconoscerle e assorbirle tutte. Le implicazioni sono così complesse che vanno oltre il semplice «non ottenere rendimenti» dai propri titoli e richiedono molto tempo per essere metabolizzate.

Source: Bridgewater LP



Questa è inoltre la prima volta che abbiamo insieme tassi bassi e una curva dei rendimenti piatta a lungo termine.

In altre occasioni storiche (2009 o 1933) con bassi tassi d’interesse, le curve dei rendimenti erano comunque positive a lungo termine, con un rendimento obbligazionario implicito su lunghe durate.

Source: Bridgewater LP



Le conseguenze

Una delle conseguenze più rilevante del crollo degli interessi è una sempre maggiore correlazione azioni / bond, situazione diametralmente opposta a quanto successo prima degli anni ’80.

Dal 2001 ad oggi si è verificato il più lungo periodo di correlazione positiva tra le due variabili: se i rendimenti decennali scendevano l’indice azionario americano scendeva e viceversa. Questa situazione è diametralmente opposta a ciò che è accaduto nei quasi quaranta anni precedenti



Le parole riportate sono del Centro Studi Einaudi, che ha riportato interessanti studi sulla correlazione azioni/bond.

Da dove nasceva la correlazione negativa tra azioni e bond e perchè oggi questa è diventata improvvisamente positiva?

La mancanza di interessi sulle obbligazioni a lungo termine ha fatto si che le stesse obbligazioni non riescano più ad assolvere alla loro funzione di «contraltare» alle azioni in un portafoglio d’investimento: quando esse davano ancora importanti interessi, le loro cedole permettevano agli investitori di respirare in periodi di crisi.

Il loro prezzo, per questo motivo, tendeva addirittura a crescere durante una crisi, soprattutto per le obbligazioni governative, e il portafoglio sopportava bene i cali vistosi dell’azionario.

Questa condizione è morta con l’avvento della Zero Interest Rate Policy (ZIRP), che in alcuni casi è diventata addirittura NIRP (Negative Interest Rate Policy): non a caso oggi le obbligazioni sono sempre più correlate con le azioni (vedi tabella sotto, Fonte: Centro Studi Einaudi) e non è un caso che le perdite su un portafoglio obbligazionario sfiorino le perdite di un portafoglio azionario. Il rischio percepito sulle obbligazioni, non pagando interessi, oggi è molto più alto.


Come investire nel mondo ZIRP?

I membri e gli analisti del nostro Comitato degli Investimenti si sono interrogati allora su cosa riposizionare i nostri portafogli alla luce di questi eventi e alla luce del nuovo mondo Zero Interest Rate.

In termini di costruzione di un’allocazione patrimoniale strategica equilibrata, è abbastanza ovvio che con tassi di interesse prossimi allo zero e mantenuti tali dalle banche centrali, le obbligazioni non possono fornire né rendimenti né riduzione del rischio.



La domanda quindi diventa cosa può fornire equilibrio e bilanciamento ai nostri portafogli in un mondo sì fatto, se le obbligazioni hanno perso questo importante ruolo: in un mondo tale, in caso di recessione, le banche centrali e le autorità fiscali cercheranno di affrontare la crisi stampando moneta, come già avvenuto in risposta allo shock pandemico. Questi periodi di espansione monetaria possono essere positivi, come lo sono stati, per le azioni in generale (e anche per i bond stessi, se ci sarà spazio per futuri rally), se l’attività dei policy makers si traduce in una ripresa delle condizioni economiche (chiamiamola “reflazione di successo“).

Ma una conseguenza alle risposte alla crisi dei policy makers potrebbe anche essere la stagflazione – crescita debole e inflazione più elevata – nel caso in cui le condizioni economiche rinarrano deboli e il denaro stampato si tradurrà in un’inflazione più elevata.

In un mondo MP3, questi sono gli scenari chiave da bilanciare: reflazione di successo contro stagflazione. In unno scenario stag-flattivo, le azioni tendono a sottoperformare le altre asset class, ma le attività di copertura dell’inflazione come le obbligazioni indicizzate e l’oro tenderanno a sovraperformare.

Da queste analisi ne deriva che un portafoglio ben bilanciato, in questa fase, debba contenere, oltre all’immancabile componente azionaria, anche oro e obbligazioni indicizzati all’inflazione, per performare bene in quelli che sono i due scenari economici più probabili in questo ambiente.



Relativamente all’oro, tendiamo a pensare al metallo giallo come ad una controvaluta e riserva di ricchezza il cui valore tende ad aumentare quando le valute legali vengono svalutate(cioè, inflazione monetaria). Man mano che le banche centrali continuano a stampare denaro e, di conseguenza, il valore del contante, a causa di un eccesso di offerta, diminuisce, gli investitori cercano altrove un deposito per la loro ricchezza e l’oro ha sempre svolto questo ruolo, grazie alla sua quantità limitata e all’impossibilità di crearne “dal nulla” nuove riserve.





Come esempi di questa dinamica, di seguito mostriamo la performance dell’oro rispetto alle valute legali nella Grande Depressione, nella crisi finanziaria e negli ultimi anni. In questi periodi di politica stimolante / reflazionistica, l‘oro ha ottenuto buoni risultati contro tutte le valute legali(e piatto contro il Reichsmark, che era ancorato all’oro stesso).

Queste sono le conclusioni del nostro Comitato: se vuoi approfondire i nostri studi e le nostre indicazioni per ribilanciare il portafoglio in un ambiente ZIRP, puoi scaricare gratuitamente il nostro ultimo report

.pdf report

Gabriele Galletta
info@investimentocustodito.com

CEO di Investimento custodito, Risk Manager, Analista Finanziario, massimo esperto in Italia della filosofia All Weather. Seguitissimo sui social e sulle sue piattaforme, ha aiutato migliaia di persone a riprendere in mano il controllo dei propri soldi grazie ai suoi corsi e ai suoi libri.



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