
27 Giu Le borse crollano molto più spesso di quanto tu possa credere
Questo articolo nasce da un dubbio che i nostri parenti meno evoluti finanziariamente (tipo, una zia un po’ vecchiotta) ci hanno inculcato.
Perchè i veri dubbi non ve li pongono gli “esperti” o chi la pensa come voi: i veri dubbi ve li pongono sempre i meno esperti e chi ha una visione del mondo diversa dalla vostra.
Di che dubbi parliamo?
Del fatto che i nostri parenti – sapendo che lavoriamo nel campo della finanza – ad ogni pranzo domenicale insieme ci continuano a ripetere sempre il solito mantra: “eeeh, ho sentito al TG che la borsa è crollata, non è un buon momento per investire, no?”
Quindi, ci siamo chiesti, considerato che la borsa americana ha segnato circa il 300% negli ultimi dieci anni e che i nostri clienti realizzano mediamente il 5-5,5% annuo di rendimento, da dove nasce questo bias cognitivo della zia?
La risposta a questa domanda è la più banale in assoluto: la zia del pranzo della domenica ha ragione.

Le borse stornano molto più spesso di quanto un investitore possa immaginare o percepire.
Tornando a noi, prima di arrivare a questa destabilizzante conclusione, la prima risposta che ci siamo dati al nostro quesito è stata la più ovvia, ovvero la distorsione della realtà indotta dal classico medium, dal telegiornale delle 13, che a gran voce annuncia un tonfo delle borse come prima notizia, ma mai parla del lento e inesorabile movimento di crescita opposta.
D’altronde, ha sempre fatto più rumore l’albero che cadeva che la foresta che cresceva. Ma questa spiegazione non bastava, perchè non è possibile che la zia ci ripetesse ogni volta che le borse stornano per un evento che il tg delle 13 le ha ricordato 3/4 anni fa.
E allora ci siamo chiesti se è vero e comprovato che le borse stornano con vigore “spesso”. E così siamo andati ad analizzare i più vistosi cali osservati negli ultimi dieci anni sulla borsa americana. E quello che abbiamo scoperto è effettivamente interessante.

Sembrerebbe strano a dirsi, ma ogni anno la borsa americana sperimenta (quando più o quando meno) uno storno importante delle quotazioni.
Ergo, ogni anno osserviamo sulle borse almeno un momento di alta (o anche altissima) volatilità.
Quindi, la zia ha ragione. Considerato che molto probabilmente ci incontreremo due volte l’anno (Natale e Pasqua?), quelle due volte l’anno si ricorderà di quello che il TG ha detto recentemente.
Ciononostante, il mercato americano continua a restituire un 10% medio annuo e dal 2010 è cresciuto (nonostante questi scossoni, alcune volte molto forti) di oltre il 300%. Ovviamente, la zia non è andata dopo a ricontrollare la risalita del mercato, sempre per il solito discorso che il TG riporta solo le cattive notizie, ma è comunuqe vero che la borsa storna molto più spesso di quello che si può immaginare.
La volatilità è un aspetto imprescindibile del mercato: alcune volte si pensa che i grossi cali possano arrivare solo poche volte durante un percorso di investimento. Ma così non è: e con l’avvento del trading ad alta frequenza andrà sempre peggio.
Queste piccole considerazioni che la zia della domenica ci ha permesso di fare vi dovrebbe portare a capire un paio di cose.
Anzitutto, negoziare nel breve periodo è inutile e molto rischioso, considerato che presto tardi vi scontrerete contro un pesante storno che potrà mandare in fumo i vostri sogni di gloria.
In secondo luogo, visto e considerato che sull’azionario la volatilità è tanta, conviene sempre partire con strategie di investimento più prudenti, anche per i più propensi al rischio, e incrementare on the dips le posizioni sull’azionario. Anche perchè questi dati dovrebbero convincervi ancora di più che dopo un forte calo bisogna acquistare. E questa è un po’ la strategia che abbiamo riassunto qua.
Ed in terzo luogo, non ha senso valutare investimenti e performance nel breve periodo, perchè nel breve periodo arriveranno sempre storni forti a “sballare” le vostre performance.
Alla fine, la zia ne sa sulle borse più di quanto pensavamo.