
09 Mag Investire in futures conoscendo Contango E Backwardation
In questo periodo, dati i prezzi molti bassi, sta tornando di moda l’investimento in petrolio.
Gli operatori sul mercato del petrolio, siano essi piccoli traders che fondi d’investimento, operano attraverso futures, ovvero i classici contratti derivati «a termine» standardizzati in cui ti obblighi oggi a comprare domani una materia prima al prezzo fissato oggi: ergo, il petrolio lo acquisterò tra 90 giorni non al prezzo che avrà tra 90 giorni, ma al prezzo «spot» che ho fissato oggi.
Oggi un cugino saudita ci vende un cargo di petrolio a $20 al barile. E so che al prezzo di vendita di oggi posso rivendere il cargo a Trieste per $25 (che include costi di assicurazione, noleggio nave etc). Quello che posso fare è entrare nel mercato dei derivati e lock in (fissare) quel prezzo che mi dà un guadagno di $5.
Per investire sul petrolio, come detto, è possibile utilizzare direttamente futures – o anche opzioni – oppure ETF: lo US Oil Fund – meglio conosciuto dai trader come USO, dal ticker con cui è quotato – era già il più grande Etf sul petrolio del mondo, ma oggi è diventato davvero gigantesco, al punto da controllare un quarto delle posizioni aperte sul Wti: ci torneremo a breve su questo ETF e su cosa sta succedendo.
Il mercato dei futures e forward (contratti sempre a termine, ma non standardizzati) si muove in base alla domanda e offerta del mercato del petrolio spot (spot inteso come il prezzo di mercato per consegna e pagamento oggi). E vi sono due principali strutture di mercato: il Contango e il Backwardation.
Il mercato è in Contango quando vi è più offerta che domanda nel mercato.
La Backwardation è il contrario, quando vi è più domanda che offerta. Quindi vendere oggi è più redditizio.
Il Contango è quello che si sta verificando oggi sul mercato del petrolio: in generale, questa struttura di mercato si può verificare su ogni asset, ma sul mercato del petrolio oggi tende a diventare un SUPER-CONTANGO a causa dei costi di storage.
Nel mondo del petrolio, il ruolo dello stoccaggio è molto importante, perché aiuta a livellare la domanda e l’offerta.
Senza stoccaggio, il giorno in cui la domanda diminuisce, i produttori dovrebbero chiudere baracca immediatamente, il che non sarebbe un processo efficace anche perché non si spegne un pozzo o una raffineria con un interruttore.
Quello che succede in un mercato in Contango è quello che sta succedendo oggi. Il prezzo comincia a crollare, spinto da «eventi fondamentali» (crollo della domanda post covid-19 e eccesso di offerta dei produttori OPEC).
Al momento circa il 76% dello stoccaggio mondiale di petrolio e prodotti è occupato e ciò equivale a dire che non esiste più «spazio fisico» per stoccare il petrolio (non si arriva mail al 100%, vista la complessità di questa industria).
Il Contango incentiva i partecipanti a lasciare il petrolio in stoccaggio.
In pratica, ad un trader, conviene comprare al prezzo di oggi, tenere l’olio in stoccaggio, e rivendere fissando un prezzo nel mercato dei futures. Nel mondo del petrolio, questa strategia è comprare “at the front end” (parte bassa della curva) e vendere “at the back end” della curva (parte alta della curva).
Come fa quindi un investitore «piccolo» (inteso chi non ha i miliardi) a speculare sul petrolio?
Può aprire un conto futures, comprare il contratto più vicino allo Spot e vendere nella parte alta della curva.
Il problema, è che questo metodo usa molta leva, e in un periodo di volatilità si rischia di avere dei margin calls più problema di roll over. Per questa strategia dobbiamo avere abbastanza cashflow per rimanere nella posizione e non rischiare una vendita forzata dal nostro broker.
E non tutti gli aspiranti traders hanno questa forza finanziaria.
L’altra strategia è usare ETF, ma quello che sta accadendo a migliaia di piccoli risparmiatori che si sono trovati quasi per caso a comprare petrolio allettati dai bassi prezzi dovrebbe metterci subito in guardia.
Abbiamo anticipato di quello che sta accadendo all’US Oil Fund, il più grande ETF del mondo sul petrolio, che si sta trovando imbrigliato in questo super-contango.
Come detto, US Oil Fund in un mese e mezzo ha triplicato il gestito, che in gran parte è costituita da «mom-and-pop money» come direbbero gli americani: soldi di mamma e papà, risparmiatori qualunque, magari con scarsa comprensione degli strumenti finanziari, rimasti colpiti dai prezzi bassi del petrolio.
Negli ultimi tempi è diventato «una trappola per turisti»: è finito in mano a cassettisti, forse inconsapevoli delle conseguenze del contango.
US Oil Fund è stato costretto da «condizioni del mercato e richieste dei regolatori» ad operare alcuni aggiustamenti del portafoglio, come spiega in una comunicazione alla Sec: finora investiva solo nella prima scadenza dei futures, il front month, ma da venerdì 17 ha cominciato a spostare il 20% del portafoglio sul contratto del mese successivo.
In pratica vende Wti per maggio (contribuendo al crollo delle quotazioni) e compra Wti per giugno.
Il problema è che facendo queste operazioni, in un mercato in Contango, si va incontro a perdite certe, perché il cosiddetto «roll», o passaggio da un contratto all’altro, è negativo.
Un barile di Wti per maggio (il future scadrà il 21 aprile) oggi costa circa 7 $ meno di un barile per giugno. Passando da un contratto all’altro ci si perde: il roll yield è negativo.
Quando compri un Etf parte il timer: lentamente, ma sicuramente, si mangerà la plusvalenza.
USO stesso con le attuali operazioni contribuisce peraltro ad aumentare il contango.
In questo momento si rischiano perdite enormi per gli investitori (intorno al 30%), oltre che ulteriori distorsioni sul mercato del petrolio, che a causa del coronavirus è in condizioni estreme.