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Indicatori ESG: strumenti utili per individuare buoni investimenti?

Gli indicatori ESG sono una serie di driver che vengono utilizzati per valutare un’azienda sul piano del suo impegno ambientale (Environment), con la comunità e con i dipendenti (Social) e sulla trasparenza e gestione dell’azienda (Governance).

Negli ultimi anni, la loro importanza nella valutazione aziendale è cresciuta in quanto pare esserci una correlazione positiva tra alti indicatori ESG e performance globale: secondo l’Harvard Business Review, l’80% delle azioni con buon risultato ESG mostrano una correlazione positiva con le performance azionarie.

Le ESG, infatti, guadagnano di più: le migliori società ESG hanno un Return on Capital (ROA, misura della redditività sull’investimento) più alto in media del 5% rispetto alle società con ESG basso.

Oltre ciò, le ESG crescono più velocemente: secondo RBC le società ESG crescono più velocemente del 40% rispetto al settore.

In questo settore, esistono diverse società che assegnano rating ESG, tra cui MSCI, ISS, JUST Capital, Sustainalytics, oltre alle 3 agenzie di rating tradizionale (Moody’s, S&P’s e Fitch). 

Sebbene tutte le società di rating ESG utilizzino più o meno gli stessi driver, ognuna li pondera in maniera diversa, pervenendo a valutazioni alcune volte molto differenti tra loro. 

Famoso è il caso di Tesla che intuitivamente ottiene punteggi medio-alti da parte di tutte le agenzie (per il basso impatto ambientale), tranne che per JUST Capital che invece la valuta molto negativamente (soprattutto per gli scarsi diritti offerti ai suoi dipendenti).

Quali sono i driver ESG: Ambiente

Vediamo quali sono i driver più importanti nel tema ambiente.

1) Cambiamento climatico. Si valutano le emissioni di CO2 della società sia in valore assoluto sia in rapporto ai concorrenti.

2) Risorse Naturali. Vengono valutati la quantità di input utilizzati per realizzare un determinato prodotto o servizio, incluso lo spreco di acqua.

3) Inquinamento e sprechi. Si valutano gli sprechi pericolosi e l’impatto sull’ambiente da parte della società in termini di inquinamento di aria, acqua e terra, oltre all’utilizzo di un packaging sostenibile.

4) Utilizzo ambientale. Si valutano gli impatti che stabilimenti presenti e futuri hanno e avranno sulla fauna e la flora locale (inclusa la deforestazione).

Quali sono i driver ESG: Social

Vediamo quali sono i driver più importanti invece nel tema Social.

1) Gestione risorse umane. Si valuta l’etereogeneità di sesso, religione, etnìa all’interno di un’azienda, nonché i programmi di attrazione dei talenti e gli standard lavorativi.

2) Prassi di sicurezza. Si valutano le misure adottate in azienda per garantire la sicurezza dei lavoratori, il numero di incidenti sul lavoro e il numero di prodotti rimandati indietro dai clienti perché non sicuri.

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3) Gestione dei clienti. Si valutano le statistiche di soddisfazione della clientela e gli standard di protezione dei dati dei clienti.

4) Impatti sulla comunità. Si valutano le iniziative di coinvolgimento delle comunità dove operano le aziende, nonché eventuali esposizioni al rischio guerra e terrorismo.

Quali sono i driver ESG: Governance

Infine, ecco i driver per valutare un’azienda dal lato della sua Governance.

1) Struttura gerarchica. Si valutano la composizione e la diversità del CdA, il numero di presenze dei membri, la remunerazione e gli incentivi degli amministratori e l’organizzazione aziendale.

2) Codici di condotta e valori. Si valuta se i codici comportamentali vengono realmente applicati, la coerenza tra le dichiarazioni pubbliche sui valori etici della società e quanto accade in azienda e la presenza di funzioni aziendali preposte alla verifica (compliance) del rispetto delle regole.

3) Trasparenza e reporting. Si valuta il livello di disclosure degli indicatori ESG, la pubblicazioni di bilanci annuali sulla sostenibilità e la trasparenza sui livelli di tassazione di un’azienda.

4) Rischio informatico. Si valuta la presenza di procedura di cybersecurity nonché di piani preventivi e di contingency in caso di attacco informatico.

La valutazione finale

Dopo aver valutato i singoli driver ESG, vengono analizzati avvenimenti rilevanti negli ultimi 10 anni della storia della società (inclusi disastri naturali, controversie sindacali, restatement dei documenti finanziari e misfatti del management), così da valutare se sono stati posti rimedi a questo tipo di evenienze.

Alla fine di questo processo si perviene ad un rating ESG, generalmente compreso tra 0 e 100.

Quindi cosa c’entrano gli ESG con le performance azionarie?

La risposta è banale: se una società riceve poche lamentele dai clienti, vorrà dire che la qualità del prodotto è elevata e avrà potenziale per vendere di più sul mercato. Se i lavoratori sono sicuri a lavoro e le fatalità sono contenute, la società sosterrà meno costi legati a cause sindacali. Se una società ha un basso impatto ambientale, si esporrà a minori costi operativi (legati ad es. all’acquisto di certificati verdi) e a minori passività ambientali verso lo Stato in caso di deturpazione del territorio.

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Quindi no, i criteri ESG non sono una moda. Essi sono alla base della valutazione dei rischi e delle opportunità future di un’azienda e del suo valore di borsa.

Gabriele Galletta
info@investimentocustodito.com

CEO di Investimento custodito, Risk Manager, Analista Finanziario, massimo esperto in Italia della filosofia All Weather. Seguitissimo sui social e sulle sue piattaforme, ha aiutato migliaia di persone a riprendere in mano il controllo dei propri soldi grazie ai suoi corsi e ai suoi libri.



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