
23 Ago In borsa si è bravi o fortunati?
Mediamente, se le tue performance positive erano dovute alla bravura, esse tenderanno a ripetersi con una certa frequenza. Viceversa, se erano dovute solo al caso, difficilmente in futuro si ripeteranno. Allo stesso modo funziona in finanza: se i tuoi investimenti sono andati bene in un anno, probabilmente riuscirai a ripeterti gli anni successivi, se eri veramente bravo. Altrimenti, eri solo stato fortunato.
Questo ragionamento è molto semplice da applicare quando vuoi valutare se qualcosa che hai fatto dipende più dalle tue abilità o più dal caso: ovviamente, analizzato su un gruppo numeroso di individui, eliminando così la classica variabilità statistica (e quindi il caso eventuale che le tue performance positive si ripetono comunque, pur essendo tu una Pippa), ci da ancora delle informazioni migliori.
Ad esempio, se sei bravo a fare la torta di mele (i love it) su 10 volte che la farai, 8 ti verrà buona.
Per due volte è normale, statistico, che la torta venga male, per fattori esterni alla tua bravura: le mele erano troppo mature, fuori c’era troppa umidità, il tuo compagno/a ha aperto il forno un paio di volte per vedere la torta, rovinando la lievitazione, ecc. ecc.
Ma, mediamente e nel lungo periodo, i fattori casuali verranno meno e persisterà la bravura.
Allo stesso modo funziona in finanza, come detto: se i tuoi investimenti sono andati bene in un anno, probabilmente riuscirai a ripeterti gli anni successivi, se eri veramente bravo. Altrimenti, eri solo stato fortunato.
Cosa ci hanno sempre detto?
Il mantra dell’industria finanziaria (specie italiana) è stato sempre quella di vendere fondi comuni d’investimento con la promessa che questi fondi avrebbero, nel tempo, “battuto il mercato“, ovvero sarebbero riusciti a fare meglio mediamente del semplice indice di mercato o della media degli investitori.
Sulla base di questo, si giusitifano i maggiori costi di un prodotto d’investimento bancario rispetto ad un semplice ETF.
Sono noti i consulenti che girano con brochure e .pdf vari che mostrano performance passate strabilianti per convincere ignari risparmiatori a comprare i loro prodotti (molto costosi), facendo passare l’idea che le performance Passate siano predittive di quelle future.
E che chi riesce a fare performance più che positive in un anno, riuscirà sicuramente a ripetersi in futuro (perchè bravo e non fortunato) e per questo è giusto (?!) che tu debba pagare tanto per avere indietro le capacità di questo investitore.
Niente di più falso, come vedremo.
Nel nostro ultimo lavoro, abbiamo raccolto i dati di S&P Global, realizzando un indicatore chiamato Persistence Storecard, che cerca di capire quanto un gestore di portafoglio riesca a ripetere le sue performance positive in borsa: il ragionamento è molto semplice, ovvero, pensare che una misura chiave delle capacità di gestione attiva è la coerenza della sovraperformance di un benchmark, ovvero di poter sovra-performare un indice per più volte nel tempo.
Ad esempio, tra quelli che in un anno si sono posizionati tra i “top performer”, quanti sono riusciti a rimanere tra i top performer negli anni successivi?
I risultati della ricerca li trovate qui —>
https://investimentocustodito.com/wp-content/uploads/2020/08/Does-Past-Performance-Matter-2.pdf
Occhio, perchè noterete che sono veramente pochi quelli che riescono a ripetersi nel tempo, mostrando ancora come il “mantra” della gestione attiva (capacità di saper sovra-performare le borse nel tempo) non è dimostrato.

Vi invito poi a leggere la chiusura del report, ripresa dalle parole di S&P Global:
“La frase Does Past Performance mattervuol dire semplicemente che “la performance passata non è garanzia di risultati futuri”: tuttavia, molti investitori e consulenti considerano ancora le performance passate e le relative metriche fattori importanti nella selezione dei fondi e degli strumenti finanziari. Oltretutto, consulenti e investitori pensano (erroneamente) che la capcità di battere il mercato sia dettata dalla bravura, più che dalla fortuna, e che possa persistere nel tempo. Nel tempo, invece, chi si è posizionato tra i top performer tende a non riuscire a ripetersi negli anni successivi”.
Forse questo vi dovrebbe ancora di più convincere che andare dietro a fondi attivi bancari, stock picking, trading, market timing e a tutta quella robaccia che trovate sul web è sbagliato: ancorarvi passivamente ad un indice, applicando una strategia coerente come All Weather, automatizzando i comportamenti di acquisto quando le borse scendono (per poter aggiungere 1-2 punti percentuali al vostro rendimento medio) è l’unica via percorribile con sicurezza per vedere rendere i vostri soldi.
I risultati della ricerca li trovate qui —>
https://investimentocustodito.com/wp-content/uploads/2020/08/Does-Past-Performance-Matter-2.pdf