
08 Gen FTSE MIB: è il momento di investire in Italia?
Alzi la mano chi, tre anni fa, avrebbe scommesso un euro sul nostro indice più rappresentativo: eppure, le performance del FTSE MIB sono state superiori ad ogni aspettativa.
Ma cosa ha spinto così in alto le quotazioni del nostro indice?
E, soprattutto, i fattori che stanno alla base di queste performance sono fattori duraturi e stabili o troppo volatili?
1. Cosa ha spinto il FTSE MIB?
Nel 2021, la performance del FTSE MIB è stata pari al +21,17%: non siamo ai livelli ancora dello S&P500 (non ce lo sognavamo affatto), ma, per intenderci, l’IBEX35 ha fatto solo il 6,5% e il DAX non è andato oltre il +13% nel 2021.

Confronto tra indici
Come si nota dal grafico, la performance del FTSE MIB è stata di molto superiore a quella degli altri due indici e solo il CAC40, con una performance del + 26,50%, ha regalato ritorni migliori tra gli indici europei: ma come si spiega questa fiammata del FTSE MIB?
Le performance del FTSE MIB sono state certamente spinte da alcuni titoli molto rappresentativi: tra le migliori azioni dell’indice, Interpump, ad esempio, ha segnato un fragoroso +54%.

Interpump Group
Ma è stato un settore in particolare a spingere il FTSE MIB.
Il FTSE MIB è stato da sempre un indice molto esposto dal settore bancario, elemento che, negli anni passati, ha rappresentato un problema, più che un vantaggio: nel 2021, invece, il settore ha segnato performance molto soddisfacenti (+40,14%) e questo ha spinto in alto il valore dell’indice: ma allora, investiamo o no in Italia?
Il FTSE MIB è stato da sempre un indice molto esposto dal settore bancario, elemento che, negli anni passati, ha rappresentato un problema, più che un vantaggio: nel 2021, invece, il settore ha segnato performance molto soddisfacenti (+40,14%) e questo ha spinto in alto il valore dell’indice: ma allora, investiamo o no in Italia?

Ftse Italia Banche
2. Crescita volatile o robusta?
Il problema è capire se questa ventata di ottimismo sul nostro paese sia stabile e duratura o sia stata un effetto, soprattutto, della credibilità internazionale di Draghi, fattore essenziale che, da qui ad un anno, potrebbe anche venire meno.
E’ anche vero, comunque, che l’Italia ha potuto beneficiare parecchio della nuova politica economica europea, che ha finalmente abbracciato una maggiore integrazione fiscale e politiche monetarie differenziate per paesi (ricordate il famoso PEPP della BCE): ma questa cosa ve la dissi già tempo fa.
In una serie di storie pubblicate un anno e mezzo fa sul mio profilo instagram, vi avevo già detto come il Recovery Fund avrebbe segnato una nuova epoca per l’Europa e come ciò avrebbe agevolato in primis Italia e Francia che, come volevasi dimostrare, hanno realizzato le migliori performance: e questo è un elemento da tenere in seria considerazione per il futuro.
Quindi, investiamo o no in Italia?
E in Europa?