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Effetto gregge: borse e Covid a confronto

Si preferisce accogliere la possibilità di poter sbagliare coerentemente con tutti gli altri, piuttosto che differenziarsi rischiando di rimanere l’unica pecora nera. Esponendosi quindi al ludibrio e allo sbeffeggiamento della massa; invece, se seguiremo la massa (anche sbagliando), nessuno ci sbeffeggerà o ci prenderà in giro, perchè, come dicevano i latini, mal comune mezzo gaudio.

In poche parole, è questo l’effetto gregge.

Un vero e proprio Bias Comportamentale che nella finanza (ma anche nella vita reale) spiega perchè tendiamo a seguire i comportamenti della massa: ed in questi giorni di paura e nuovi contagi, ho avuto modo di testarlo nuovamente sulla vita reale e di fare un bel parallelismo con le borse.

Seguiamo la folla perché temiamo di commettere errori o perdere opportunità. È questo il motivo per cui non solo nelle scelte di tutti i giorni, ma anche negli investimenti spesso ci sentiamo più sicuri a imitare l’esempio degli altri. 


L’effetto gregge in pratica

Numerosi esperimenti di finanza comportamentale hanno dimostrato che, quando le informazioni sono scarse o comunque confuse (per la media) o complesse, le persone preferiscono replicare cosa fanno gli altri piuttosto che ascoltare la propria «testa». Copiare le azioni di una massa di investitori ci tranquillizza se pensiamo che gli altri possono avere accesso ad informazioni che noi non possediamo.
L’effetto gregge spiega le fasi irrazionali del mercato come le bolle speculative oppure i sell off selvaggi degli investitori che, presi dal panico, si liberano indiscriminatamente di tutti quegli asset finanziari che ritengono (in genere a torto) eccessivamente rischiosi.

Tutto ciò accade dalla notte dei tempi in borsa, durante la bolla dei dot.com del 200, dopo il 2008 e il 2009 quando, dopo il crack di Lehman Brothers, si è assistito a un allarme ribassista che sembrava senza fine e che ha avuto notevoli ripercussioni.

Oppure, più recentemente, dopo il sell off di marzo scorso causato dall’espandersi della prima ondata di Coronavirus: in ogni caso, essersi comportato in modo opposto alla massa (comprando, non vendendo) ha più che ricompensato il risparmiatore.



Il fenomeno è identico all’atteggiamento che oggi stiamo avendo nel frequentare e/o evitare quei luoghi che crediamo «infetti» dal virus: se in un un Centro Commerciale viene scoperta una positività in un dato negozio e il Centro Commerciale riapre dopo aver fatto tutte le sanificazioni del caso, è molto probabile che, nei giorni seguenti, nessuno andrà in quello specifico centro, spostandosi (e affollando) altri centri commerciali.

In realtà, il Centro commerciale di «primo contagio» diventa molto più sicuro, sia perchè sanificato, che perchè sgombro e libero da affollamenti.

Ma la massa si comporta in modo opposto e accorre festante verso un maggiore rischio, solo perchè si vuol seguire il senso comune.

Questo atteggiamento si mischia anche ad un altro bias comportamentale, per il quale siamo portati a credere che quello che si è verificato in passato è probabile che si possa verificare nell’imminente futuro.

In realtà, considerato che gran parte degli eventi della nostra vita sono altamente casuali e poco probabili, se si è verificato un evento «disastroso» o altamente volatile è molto poco probabile che si possa verificare di nuovo.

Se si è verificato il crollo di un ponte si di un tratto autostradale, è molto poco probabile che ciò si possa verificare nuovamente.

Ma saremo comunque portati ad evitare quel tratto autostradale in futuro: abbiamo molta più paura, come gregge, di quello che è stato che di quello che invece sarà.


Effetto gregge e paura di essere «derisi»

L’effetto gregge nasce sia da una scarsa conoscenza che da una «paura inconscia» dell’incerto, che ci porta a voler omologare i nostri comportamenti a quelli della massa; ma l’effetto gregge nasce anche, come già detto, dalla paura di essere derisi o sbeffeggiati perchè abbiamo fatto le cose diversamente dalla massa.

L’esperimento svolto da Solomon E. Asch nel 1952, descritto nel suo testo Social Psychology, ha dimostrato quanto pesi il giudizio degli altri e quanto l’omologazione protegga dalle potenziali critiche.

Asch, dopo aver suddiviso i partecipanti in piccoli gruppi all’interno dei quali vi erano cinque suoi collaboratori, debitamente istruiti prima di procedere con l’esperimento, proiettò su uno schermo alcuni segmenti chiedendo a ciascun membro di ogni gruppo quale fosse il segmento più lungo. I collaboratori del professore, fornivano risposte deliberatamente sbagliate e, nel 40% dei casi, gli altri individui tendevano a dare le stesse risposte dei collaboratori, pur essendo consapevoli di essere in errore.

Essere «diversi» è percepito come peggiore dell’essere «in errore».

Questo spiega perché, seppur consci del rischio di un possibile crollo del mercato (ad esempio nel caso di una bolla speculativa), gli investitori spesso scelgono di seguire l’operato degli “speculatori” piuttosto che uscire dal gregge e salvare in tempo il proprio investimento.

D’altronde, i folli sono quelli che non hanno partecipato al boom di tesla, non quelli che avevano hanno perso il 40% dopo il sell off di inizio settembre.

Gabriele Galletta
info@investimentocustodito.com

CEO di Investimento custodito, Risk Manager, Analista Finanziario, massimo esperto in Italia della filosofia All Weather. Seguitissimo sui social e sulle sue piattaforme, ha aiutato migliaia di persone a riprendere in mano il controllo dei propri soldi grazie ai suoi corsi e ai suoi libri.



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