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E’ vero che quando le azioni vanno giù, l’oro va su?

E’ ancora vero che quando le azioni vanno giù, l’oro sale e ci protegge dai crolli? Con questo articolo proviamo a indagare ancora se ciò è vero (anche alla luce degli ultimi avvenimenti) e a come usare questa caratteristica nei nostri investimenti.

Quanto è forte, ancora oggi, la de-correlazione oro-azioni, intesa come quella caratteristica per cui la domanda di oro (e quindi il suo prezzo) tende a crescere quando invece le azioni perdono valore?

Nell’ultimo periodo, sui nostri canali social, ci sono arrivate un po’ di domande interessanti circa il rapporto tra oro e azioni e la loro correlazione.

L’oro è sicuramente l’asset rifugio per eccellenza e tutti ne parlano oggi entusiasti per come sta proteggendo i portafogli delle persone che lo hanno inserito in portafoglio: la febbre da metallo giallo sta salendo sempre di più e sempre più investitori stanno cercando di capire come inserirlo in portafoglio.

(Certo è che quando lo dicevamo noi precisamente due anni fa in questo outlook nessuno ci credeva, ma va beh, oggi ne beneficiano solo i nostri clienti…)

Tra le nostre strategie d’investimento preferite c’è sicuramente la All Weather Strategy, la cui caratteristica principe è avere in mano degli assets che in periodi di crisi possano proliferare e dare rendimento al portafoglio anche quando tutto va male.

Sono i classici assets “rifugio”, la cui stabilità del valore in periodi difficili ne fa crescere la domanda e quindi il prezzo. Proprio come l’oro.

L’oro si è comportato da vero “protettore” nelle precedenti forti recessioni (a partire dal 2008, quando toccò il suo massimo storico assoluto), ma alcuni lettori e followers attenti ci hanno però chiesto se la correlazioni tra oro e azioni rimane anche oggi negativa, considerato che oro e azioni stano crescendo all’unisono dopo lo scoppio della pandemia da Coronavirus da ormai qualche mese.

La nostra risposta è stata “si”, analizzando una serie di dati.


Quando le azioni scendono, l’oro sale

Partiamo da una semplice matrice di correlazione per studiare come si sono mosse le varie assets class negli ultimi cinque anni: specifico subito come le correlazioni sono mutevoli nel tempo e come sui prezzi dell’oro (avevo scritto in passato già qualcosa) incidono una serie di variabili che renderanno impossibile una correlazione fortemente negativa con le azioni.



Notiamo subito però che l’asset class con cui le azioni (lo S&P500) hanno una correlazione minore, addirittura l’unica ad essere negativa, è proprio l’oro: inoltre, questo indice azionario usato è espresso in euro, quindi non tiene conto degli effetti del cambio che dovrebbero spingere la correlazione ancora più in negativo.



Cosa sta invece succedendo oggi?

Come si spiega allora il fatto che oro e azioni stanno salendo all’unisono?

Si spiega col fatto che oggi la composizione degli indici globali monopolizzata dalle big tech americane porta gli osservatori a compiere un errore di valutazione importante, ovvero pensare erroneamente che le borse mondiali stiano crescendo tutte insieme.

Quando invece è in corso la peggiore recessione forse dal dopoguerra ad oggi.

Guardiamo ai dati relativi alla crescita degli utili per azioni (EPS) sullo S&P500, tratti dalla Guide to Markets di JP Morgan aggiornata al 30 Giugno 2020 e quindi contenente i dati sulla pandemia Cvodi-19.





Un calo così marcato della crescita degli Operating EPS (quindi utili che tengono conto solo del risultato operativo delle aziende) non l’abbiamo visto ne durante il 2001 ne durante la grande crisi del 2008: il mondo è ovviamente in recessione e le aziende chiuderanno il 2020 con perdite monstre (per quelle che riusciranno a chiudere il 2020 senza fallire).

Per non contare i brands globali che hanno giù dichiarato banca rotta, come Victoria Secret, Hertz, Pizza Hut, Cirque du Soleil, ecc.

Ciò si riflette ovviamente sulle performances in borsa dei vari settori, in fortissimo rosso da inizio anno, nonostante il recupero dovuto alla fine parziale del lockdown in alcune parti del mondo.

Guardiamo ai dati reddituali delle aziende disaggregate per settore.





Come possiamo notare, gli unici settori che segneranno una crescita degli utili saranno il settore delle Utilities e il settore Tech, mentre per tutti gli altri settori sarà una Caporetto assurda: ciò spiega perchè il Nasdaq è l’unica borsa rilevante ad aver chiuso il gap aperto col covid-19 e ad aver addirittura segnato nuovi massimi.

Ma ciò spiega anche perché l’osservatore pensa che le borse stiano andando bene.
Perchè le borse globali e gli indici globali sono monopolizzati dalle big tech americane: ma sotto questo sub-strato il mondo azionario sto soffrendo parecchio.

L’ETF MSCI World tra le sue prime 5 posizioni presenta Apple, Microsoft, Amazon, Facebook  e Alphabet (Google) ed è quindi fortemente influenzato da queste 5 aziende: i portafogli dei nostri clienti stanno andando più che bene perchè in mano hanno indici globali (carichi delle migliori azioni dell’anno), assieme a oro e altre valute forti; ma chi in mano ha solo obbligazioni e azioni europee (ad esempio i classici fondi venduti dalle banche italiane) sta soffrendo parecchio.

Morale della favola: la correlazione oro e azioni, anche se non potrà mai essere perfettamente pari a -1 per i motivi detti sopra, continua ad essere negativa e l’oro stesso continua ad essere un protettore vero per i momenti difficili come oggi.

Non possiamo sapere come si comporterà in futuro, ma ci sono ampie probabilità che continuerà a farlo.

Gabriele Galletta
info@investimentocustodito.com

CEO di Investimento custodito, Risk Manager, Analista Finanziario, massimo esperto in Italia della filosofia All Weather. Seguitissimo sui social e sulle sue piattaforme, ha aiutato migliaia di persone a riprendere in mano il controllo dei propri soldi grazie ai suoi corsi e ai suoi libri.



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