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Delude le attese e cala in borsa, ma perché bisogna fare attenzione a Disney?

Bullet Point

  • Perchè il mercato ha reagito male alla crescita meno forte del previsto degli utenti di Diseny+?

  • Cosa si attende il mercato da Disney?

  • L’azienda è cara oppure a buon mercato?

 

1. In epoca Pandemia, vi avevo già detto di fare attenzione…

A giugno scorso, sulla mia pagina Instagram, avevo già trattato il tema Disney e avevo sottolineato come, nonostante l’azienda fosse una di quelle maggiormente colpite dal Coronavirus, per colpa specialmente della chiusura dei suoi parchi tematici, Disney fosse un’ottima opportunità di acquisto, sia perchè viaggiava molto al di sotto dei suoi massimi, sia perchè il mercato non scontava ancora i ricavi relativi a Disney+.

 

 

 

Da quel periodo, in cui Disney quotava circa 110$ per azione, l’azienda ha realizzato una performance superiore al 50%, con picchi attorno ai 180$ per azione, grazie soprattutto all’ottima riuscita della campagna abbonamenti Disney+. Dopo però la pubblicazione dei risultati trimestrali di giovedì scorso, Disney ha ritracciato in borsa, facendoci porre la solita domanda: è ancora un’azienda su cui scommettere?

Disney, a fine dicembre scorso, aveva straordinariamente battuto ogni possibile rosea previsione, segnando una crescita fino a 94 milioni di abbonati alla sua nuova piattaforma di intrattenimento.

Per il primo trimestre dell’anno, gli analisti si attendevano ora una crescita fino a 109 milioni di utenti, mentre l’azienda di Mickey Mouse si è fermata a circa 103 mln, segnando una decrescita del 13% (anziché del 12%) dei ricavi rispetto al trimestre 2020.

Perchè il mercato ha risposto così negativamente a questa mancanza di “soli” 5 milioni e rotti di utenti, che si sono trasformati per Disney in circa 65 milioni di dollari di ricavi di “ammanchi” per l’azienda (ipotizzando un ricavo medio – secondo alcuni analisti – di circa 3,99$ per utente)? Disney ha chiuso il trimestre con 15 miliardi di ricavi, contro i 18 miliardi del 2020, dati che però ancora non risentivano dell’avvento della pandemia: ma cosa non ha convinto gli analisti?

 

 

 

Quello che manca nel bilancio di Disney sono i ricavi derivanti dai parchi tematici (Disney Parks, Experiences and Products), oltre che dalla distribuzione nelle sale cinematografiche di film e altre proiezioni.

Disneyland ha riaperto solo due settimane fa e una nuova area a tema Marvel apre all’inizio di giugno. Sul grande schermo, invece, avremo l’avvento di Crudelia, che potrebbe dare manforte ancora di più ai ricavi relativi a Disney Media and Entertainment: ma, se ipotizziamo che la crescita futura di Disney possa provenire da quaesta area di business, l’azienda, ai prezzi attuali, potrebbe essere cara.

 

 

 

2. Tutto dipende dal benchmark!

Se allora mancano complessivamente circa 3/4 miliardi di ricavi a trimestre all’azienda di intrattenimento, a parità di utenti registrati e a parità di flusso nei vari parchi tematici, l’azienda potrebbe, senza grandi problemi, creare per i prossimi trimestri almeno 2 miliardi di dollari di Free Cash Flow, tornando ad un media di 8/10 miliardi di FCF quando il mondo sarà tornato alla normalità. Ma ciò non basterebbe comunque.

Il mercato ha dato così tanto peso alla crescita degli utenti di Disney+ perchè gli analisti si attendono da Disney non tanto il ritorno alla redditività dei parchi tematici, quanto la sua capacità di divenire il vero concorrente vero di Netflix.

Se ammettiamo questo, allora il Price To Sales di Disney, pari a 5,33x, contro gli 8,8x di Netflix, ci dice che l’azienda è a buon mercato, e che i ricavi di Disney “costano” meno dei ricavi di Netflix.

E questo potrebbe far pensare ad una possibile maggiore crescita futura di Disney.

La domanda diventa allora: Disney diventerà una grande media company in stile Netflix?

 

 

Gabriele Galletta
info@investimentocustodito.com

CEO di Investimento custodito, Risk Manager, Analista Finanziario, massimo esperto in Italia della filosofia All Weather. Seguitissimo sui social e sulle sue piattaforme, ha aiutato migliaia di persone a riprendere in mano il controllo dei propri soldi grazie ai suoi corsi e ai suoi libri.



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