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ETF sempre più in voga: convengono ancora i fondi attivi?

La scorsa settimana, JPMorgan Asset Management ha dichiarato che avrebbe convertito in ETF quattro dei suoi fondi comuni di investimento a gestione attiva con 10 miliardi di dollari di asset.

Ciò ha fatto seguito alle decisioni anche di Dimensional Fund Advisors che, all’inizio di quest’estate, ha trasformato 29 miliardi di dollari di fondi comuni di investimento in ETF.

 

 

1. La crescita inarrestabile del mondo ETF

I due casi menzionati sopra sono solo l’apice di una trasformazione epocale che sta per cambiare, lentamente, il mondo della finanza.

Anche se ancora la disproporzione in masse gestite è alta, gli ETFs stanno, pian piano, erodendo sempre più quote di capitale ai mutual funds, in America così come in Europa, ed il primato di quest’ultimi è seriamente messo in discussione.

Nei primi sei mesi dell’anno, sono stati lanciati, secondo Morningstar, 109 nuovi fondi comuni lanciati negli Stati Uniti, mentre sono stati messi sul mercato 199 ETF.

 

 

 

 

Ma è ovviamente la flessibilità di utilizzo degli ETFs, la loro migliore distribuzione, la facilità di acquisto e di inserimento in portafoglio che li hanno resi così popolari e così forti. E, ad oggi, sono diventati molto più che semplici fondi indicizzati..

La loro miglior efficienza e il loro migliore costo si riflette, come ormai quasi tutte le ricerche in materia riportano, sulle performance degli ETFs contro i fondi attivi.

Ad esempio, leggendo il Morningstar’s European Active/Passive Barometer, si nota come, appena il 25% dei fondi attivi fa meglio delle controparti passive su 10 anni. Morningstar aggiunge che «n alcune categorie, i tassi di successo sono disastrosi: negli Azionari Usa larg-cap growth, nessun fondo attivo ha battuto la controparte passiva nell’ultimo decennio. Non c’è da meravigliarsi, quindi, della crescente popolarità delle strategie indicizzate tra gli investitori europei»

 

 

Gli ETF oggi vengono utilizzati non solo per replicare passivamente un indice, ma anche per replicare, sempre passivamente, diverse strategie di investimento (basti pensare agli ETFs di Ark o agli «anti-Arkk», ETF che shortano i prodotti di punta della Wood).

In realtà, l’ETF è un involucro adattabile per ogni strategia di investimento possibile e in grado di «impacchettare» praticamente qualsiasi mercato in blocchi standard che rappresentano l’ETF stesso.

 

 

2. Le critiche agli ETFs

Certo è che bisogna stare attenti alla proliferazione di strumenti strutturati sempre più complessi (gli ETF rimangono, nella loro truttura, simili a derivati) e a soluzioni diinvestimento molto pericolose, come il confezionamento di derivati ​​che normalmente sarebbero off-bound per la maggior parte degli investitori al dettaglio

Lo stesso Bogle ebbe a dire, in punto di morte, come gli ETFs siano stati «the most successful financial marketing idea», aggiungendo che «whether it proves to be the most successful investment idea of the century remains to be seen».

Ben si sa, inoltre, che forti critiche al mondo ETFs, alla loro struttura, ai loro meccanismi di creazione/distruzione di quote e alla capacità che oggi hanno anche di manipolare il mercato siano provenuti da altri fonti autorevoli, come Michael Burry.

«This is very much like the bubble in synthetic asset-backed CDOs before the great financial crisis in that price-setting in that market was not done by fundamental security-level analysis, but by massive capital flows».

Ovviamente, le critiche di Burry sono state anticipate nella slides precedente, cercando però di non vittimizzare eccessivamente «l’involucro» (l’ETF stesso), con quello che effettivamente viene messo dentro.

Anche i CDOs, di per se, non erano cattivi strumenti (anzi), così come anche il processo di securitization: il problema fu come poi vennero strutturati al loro interno e cosa le banche ci impacchettarono dentro. L’importante è non fare gli stessi errori del passato.

A presto.

Gabriele Galletta
info@investimentocustodito.com

CEO di Investimento custodito, Risk Manager, Analista Finanziario, massimo esperto in Italia della filosofia All Weather. Seguitissimo sui social e sulle sue piattaforme, ha aiutato migliaia di persone a riprendere in mano il controllo dei propri soldi grazie ai suoi corsi e ai suoi libri.



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