
06 Lug 3 azioni da evitare quest’estate
Bullet Point
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3 azioni che quest’estate andrebbero evitate nel breve periodo
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Perché DiDi?
- E perché il settore crocieristico?
1. Didi, per un’estate turbolenta
I mercati finanziari continuano a regalare performance stellari e ad infrangere record su record ogni giorno: ciononostante, esistono alcuni settori e alcune azioni che potrebbero non regalare performance da capogiro quest’estate e che potrebbero creare danni nei portafogli degli investitori.
DiDi è una società di ride-hailing cinese che gestisce la piattaforma più grande in Cina e che è stata recentemente accusata dalla CAC cinese (Cybersecuirty Administration of China) di violare palesemente le leggi sulla raccolta di informazioni e dati personali e ha intimato la società di rimuovere velocemente le proprie applicazioni da ogni App Store.
Didi crolla del 22,15% (al momento) in pre-market e, anche se le sue prospettive a medio/lungo termine restano rosee, per la piattaforma di ride-hailing nella nazione più popolosa al mondo, in estate potrebbe avere non pochi problemi, tra attacchi delle autorità cinesi e contrazione delle vendite dovute alla pandemia.
2. Il settore delle crociere
Doveva essere un’estate di rilancio per il settore crocieristico, capace di lasciarsi alle spalle i patemi della Pandemia, ma una campagna vaccinale ancora frammentata tra mondo sviluppato e mondo non sviluppato e il diffondersi della variante Delta mettono in pericolo le compagnie crocieristiche, che rischiano di diventare sempre una specie di incubatori galleggianti del virus.
Le compagnie crocieristiche hanno dovuto avviare urgenti aumenti di capitale ed emissioni di bond ad alti tassi di interesse (es. il Bond Carnival a quasi il 10% di cedola) per fornteggiare la cassa negativa a cui sono andate incontro e il pericolo svslutazione delle proprie navi. Svalutazione (cd. “Impairment”) che potrebbe continuare se le navi non torneranno a viaggiare.
In questo contesto, Norwegian Cruise Line, la più piccola delle tre grandi compagnie croceristiche che si spartiscono l’80% del mercato, è quella che generalmente soffre maggiormente crisi del genere, avendo meno potere contrattuale e meno margine di cassa delle sue rivali. Ed infatti prezza quasi il 50% ancora sotto i suoi massimi pre-pandemia.
Stesso discorso per Carnival, dove gli analisti continuano ad aumentare le stime di deficit trimestrali e dove l’azienda continua a dover combattere contro un elevato indebitamento ottenuto per non fallire, a fronte di una continua svalutazione delle sue flotte. Ciò comporta un rischio per Carnival, che nelle ultime emissioni ha inserito una serie di clausole (come il negative pledge) che obbligano il cosiddetto Loan To Value a non scendere sotto una data cifra.
E’ vero che queste aziende prezzano ancora molto al di sotto dei loro massimi e anche io avevo scommesso su Royal Caribbean a fine 2020: ma oggi, a fronte di questi fattori, sembrerebbe che i prezzi possano aver già incorporato quasi tutta la ripertenza possibile nel medio periodo. Valutazione che già mi aveva spinto a vendere RCL dopo una performance di circa il 40%…