
08 Lug Più hai studiato, peggio farai in borsa
I mercati finanziari e «l’arte» di far rendere i propri soldi investendoli in modo efficiente sono caratterizzati da una serie di elementi e fattori contro-intuitivi che spesso stanno alla base delle scarse performance di chi investe.
Una di queste è che investire con rendimenti positivi sia molto difficile e complicato e solo chi ha grandi “cognitive skills” riesce a farlo in modo profittevole.
Con questo articolo proviamo invece a vedere che chi ha maggiori competenze economiche e finanziarie, spesso, fa peggio sulle borse.
E’ opinione comune che chi ha grande cultura in materia finanziaria ed economica riesce ad ottenere migliori performance in borsa: mixando le proprie competenze economiche e finanziarie per prevedere al meglio il mercato, chi «studiato» e ha elevate skills economiche e finanziarie riesce a gestire meglio il suo portafoglio, caricando e scaricando rischio in base alle proprie previsioni e comprando e vendendo assets senza soluzione di continuità.
Niente di più sbagliato.
Investire è semplice, molto più semplice di quello che l’industria finanziaria e chi prova a vendere prodotti con TER al 2,5% l’anno vorrebbe farci credere.
E purtroppo, chi pensa di essere più intelligente della media e di poter, con le proprie competenze economiche e finanziarie, a prevedere il mercato, regolarmente fallisce.
E fa molto peggio degli «stupidi» che invece passivamente si ancorano ad un semplicissimo indice globale azionario mondiale o allo S&P500 e fanno il 10% medio annuo.
I dati
A dimostrare ancora una volta che non c’è relazione tra performance in borsa e skills economiche e finanziarie è stata questa ricerca intitolata «Cognitive Skills and Economic Preferences in the Fund Industry»,condotta da Adam Farago, Martin Holmén, Felix Holzmeister, Michael Kirchler†, Michael Razen dalle Università di Gothenburg e Innsbruck (qui il paper).
Nell’abstract, gli autori sottolineano subito come «By running a battery of incentivized and non-incentivized experiments with fund managers from four countries in the European Union, we investigate the impact of fund managers’ cognitive skills and economic preferences on the dynamics of the mutual funds they manage».
In sostanza, si prefiggono l’obiettivo di valutare la correlazione tra più alte performance rispetto ai Benchmark di mercato di fund manager con elevate competenze economiche e finanziarie.
Nelle metodologie di analisi si legge che «in this paper we address the question whether fund managers’ cognitive skills, economic preferences, and attitudes toward competition can explain fund performance and dynamics. We recruited 84 fund managers, managing 267 mutual funds, from four large and mid-sized countries in the European Union»
Le conclusioni a cui giungono gli autori sono quelle che avevamo anticipato: «we report that cognitive skills do not explain fund performance in terms of excess returns. However, we do find that fund managers with high cognitive reflection abilities generate these returns at lower risk».

Ergo, non esiste alcuna correlazione tra la nostra presunta maggiore intelligenza o competenza in materie economiche e finanziarie e le performance ottenute in borsa.
Questo perchè, come detto, i mercati si basano spesso su comportamenti contro-intuitivi, così come sarebbe contro-intuitivo che per ottenere maggiori rendimenti del 99,9% degli investitori è sufficiente ancorarsi passivamente ad un indice di borsa.
Così com’è contro-intuitivo vendere un asset in guadagno per comprare uno in perdita, nel classico rebalanicng di portafoglio di cui abbiamo parlato qui, che però i dati dimostrano essere la cosa più efficiente che puoi fare nel lungo periodo (vista anche la famosa mean reversion dei mercati, di cui casomai parlerò in una altro post).
Quindi, evitiamo di pagare soldi per chi millanta capacità divinatorie sui mercati o chi dice di avere high economic and financial skills, che poi ci combinano ancora più danni nel portafoglio.
E abbiamo l’onestà intellettuale di dire che il rendimento lo da solo il mercato nel lungo periodo: noi, al massimo, con i nostri comportamenti automatici e back-testati possiamo aggiungere del valore nel lungo periodo.