Il mondo della finanza, a fine anni Novanta, è stato sconvolto da una serie di teorie che si contrapponevano al modo classico di costruire portafogli di investimento, «mescolando» solo azioni e obbligazioni sulla base della teoria di Markowitz e dell’investitore pienamente razionale.
Sicuramente anche tu hai potuto notare come i tuoi investimenti sono sempre stati gestiti dalle banche a cui ti sei affidato secondo questa logica, non trovando mai soddisfazione o riuscendo poche volte a raggiungere i tuoi obiettivi. Cose a cui sei abituato: ciononostante, hanno continuato a gestire i tuoi investimenti con lo stesso approccio di sempre, 60% azioni e 40% obbligazioni, oppure l’inverso, se eri «più avverso la rischio».
In quegli anni si cominciò a capire che il mito dell’investitore razionale era fasullo, che le persone reagiscono alle perdite in modo molto diverso che ai guadagni (Loss avversion), che miscelare solo azioni e bond era limitante e che l'investitore predilige approcciarsi ad un investimento «più dolce» e stabile nel tempo.
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