
03 Nov Oro: 3 motivi per averlo in portafoglio
Il mese di Ottobre è stato molto movimentato sui mercati finanziari a causa di diversi fattori economici e geopolitici.
È il campione indiscusso in termini di rendimenti é l’oro!
Il suo prezzo infatti è aumentato di circa l’8% nel mese di Ottobre ed è l’asset che ha performato meglio negli ultimi 5 anni: +75% circa!
Sembra dunque che il metallo giallo sia tornato in auge nel mondo finanziario e che gli investitori retail stiano trovando sempre più interessante aggiungerlo al proprio portafoglio.
In questo articolo cercheremo di capire perché si investe in oro, da cosa dipende il suo status di bene rifugio, come acquistarlo e se é il momento giusto per investirci.
Storia dell’Oro
Per capire l’importanza dell’oro, dobbiamo comprendere le ragioni storiche che hanno portato l’uomo ad interessarsene. Infatti, è una delle materie prime più lavorate e scambiate dall’essere umano. Per migliaia di anni è stato utilizzato per creare oggetti preziosi come corone o gioielli, sebbene non fosse l’unico metallo utilizzato (erano comuni anche rame, argento e bronzo).
Ma perché viene considerato la materia prima più preziosa? Possiamo individuare principalmente tre motivi:
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- Caratteristiche: il suo colore giallo lucente e la sua resistenza ad agenti atmosferici e chimici lo rendono un metallo prezioso.
- Scarsità: come tutte le materie prime è un bene limitato. Infatti, si ipotizza che sia stato estratto quasi del tutto e la sua estrazione é molto costosa.
- Storicità: la sua rarità e il suo costante utilizzo nei secoli in modi diversi, lo hanno portato ad essere un bene con domanda alta e costante.
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Le sue caratteristiche naturali e la sua importanza nel corso della storia lo hanno portato a raggiungere lo status di bene rifugio.

Infatti, vista l’enorme domanda e la preziosità di questo elemento, furono coniate le prime monete d’oro utilizzate per gli scambi commerciali. Fino ad allora, infatti, tutte le transazioni venivano effettuati tramite baratto, rendendo complicato il trasporto della merce. Fu così che l’uomo inventò la prima forma di sistema monetario, un sistema che si è evoluto e che è stato adottato oggi in tutto il mondo.
Approfondiamo meglio questo concetto e cerchiamo di capire il ruolo del metallo giallo nel nostro sistema economico.
Il Sistema Monetario
Si stima che le prime monete d’oro furono coniate più di 2.000 anni e che per millenni i popoli del mondo le abbiano usate per gli scambi commerciali. Tuttavia, dato il loro peso e il loro volume, ci fu la necessità di creare una moneta cartacea più leggera e maneggevole (immaginatevi quanto fosse scomodo dover trasportare bauli pieni d’oro da una città ad un’altra!). Per cui gli Stati decisero di regolamentare il modo con cui venivano emessi i titoli cartacei, definendone il controvalore corrispondente ad una certa quantità di lingotti d’oro: nacque il primo sistema monetario.
A tal proposito, Ray Dalio, nel suo libro “Il Nuovo Ordine Mondiale”, descrive il sistema monetario in tre tipologie:
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- Tipo 1: Hard Money, ovvero monete d’oro usate per lo scambio di beni
- Tipo 2: moneta cartacea, utilizzata al posto delle monete e completamente convertibile in lingotti
- Tipo 3: Moneta fiat, ovvero moneta cartacea non più ancorata né al prezzo, né alla quantità dell’oro
Dunque, nel corso dei secoli l’uomo ha creato diversi sistemi che lo aiutassero a gestire le transazioni commerciali: dall’utilizzo di vere e proprie monete d’oro a valute cartacee disancorate dalla materia prima. Per fare un esempio, il dollaro americano è una moneta fiat (Tipo 3), ma fino agli anni 70 era ancorato al metallo giallo (Tipo 2).
Ma qual è il vantaggio di ancorare la propria moneta all’oro? In periodi di crisi economica gli Stati si indebitano per affrontare le ingenti spese e il modo più semplice (e meno doloroso) per pagare il debito è stampare moneta. Se questa é ancorata al prezzo del metallo giallo, non perderà il proprio valore (perché la materia prima è un bene finito) e quel singolo Stato riuscirà a proteggersi dall’inflazione.

In un sistema monetario di tipo 3 (moneta fiat), invece, lo Stato può stampare moneta in maniera indefinita, provocando però una svalutazione della stessa. Non entreremo troppo nel dettaglio di questo argomento, perché non oggetto di questo articolo, ma se volete capire meglio la correlazione tra inflazione e la svalutazione della moneta vi rimandiamo al nostro corso MacroTrends.
Tornando all’oro, una volta compreso il contesto storico che lo ha portato ad essere considerato un bene rifugio e chiarito il suo ruolo nel nostro sistema monetario, vediamo in che modo investire in questo asset.
Come investire in Oro
Per investire nel metallo giallo si hanno due opzioni: acquistarlo materialmente o tramite strumenti finanziari. Vediamo più nel dettaglio le due alternative.
1. Investire in oro Fisico
É il modo più antico e tradizionale di possedere questo asset (attraverso lingotti e monete) ed è possibile acquistarlo presso operatori professionali, ovvero aziende registrate in uno specifico albo della Banca d’Italia. Il valore dei lingotti e delle monete acquistate dipende principalmente da tre fattori:
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- grammi d’oro puro contenuti in questi beni
- prezzo che la materia prima avrà sui mercati finanziari
- spread applicato dal rivenditore
Chi acquista oro fisico detiene un bene tangibile con un valore intrinseco.
2. Investire in Strumenti Finanziari
Il secondo modo di investire in oro è attraverso strumenti finanziari. Vediamo quali sono:
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- EFT in Oro (ETC): gli Exchange Traded Commodities (ETC) sull’oro sono strumenti finanziari che riflettono il suo prezzo spot, ma chi possiede ETC non è proprietario effettivo della materia prima.
- Azioni Minerarie: è possibile acquistare azioni di aziende specializzate nell’estrazione del metallo giallo. A differenza degli ETC, investire direttamente in queste società ci espone a più rischi specifici, indipendenti dalla materia prima: ad esempio il rischio di fallimento dell’azienda o il rischio di scioperi del personale.
- Certificati d’Oro: titoli che replicano il suo prezzo. Chi acquista certificati non diventa proprietario del bene fisico, ma cerca di guadagnare speculando sulle oscillazioni del suo prezzo.
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Gli strumenti finanziari, dunque, non hanno un valore intrinseco, ma consistono in un asset digitale legato al bene fisico.
Comunque, a prescindere dal modo, quando investite in oro potete fare riferimento al prezzo disponibile su goldprice.org. Dal grafico seguente potete osservare la crescita del suo prezzo nel corso degli anni.

Ma quindi, meglio detenere oro fisico o investire tramite strumenti finanziari?
Dipende: investire in oro fisico ci rende proprietari effettivi del bene, mentre acquistando strumenti finanziari si diventa proprietari di un asset digitale legato alla materia prima. Allo stesso tempo però, la compravendita di oro fisico è molto più complessa per motivi logistici e di messa in sicurezza del metallo (bisognerebbe depositarlo in un caveau o in cassette di sicurezza). A nostro avviso, con strumenti finanziari come gli ETC, scambiare l’asset è molto più economico, perché gli unici costi sono quelli commissionali richiesti dal broker online sul quale si effettuano gli ordini. Inoltre, scambiare ETC online è molto più semplice.
Definiti tutti i modi per poter investire nel nobile metallo, non ci resta che chiederci qual é il suo ruolo in portafoglio e come si comporta nei vari contesti macro-economici rispetto alle altre asset allocation.
Oro in Portafoglio
Prima di analizzare il ruolo dell’oro in portafoglio, è interessante sottolineare una sua caratteristica spesso sottovalutata: è un asset improduttivo.
E allora perché investiamo in oro? Per 3 motivi principali:
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- Valore Intrinseco: é un asset il cui valore é riconosciuto universalmente
- Fiducia: data la sua forte correlazione con la credibilità di un paese, i governi che lo detengono riescono ad accedere più facilmente a linee di credito sul mercato
- Diversificazione: in contesti di alta inflazione o di instabilità politica è l’unico asset che si apprezza
Partiamo dall’ultimo punto per spiegare qual é il ruolo del metallo giallo in un portafoglio diversificato. Infatti, sebbene le azioni siano nel lungo periodo l’unico asset che garantisce rendimenti e ci proteggono dall’inflazione, un portafoglio 100% azionario soffre di alta volatilità e alti drawdown. Ma come ripetiamo spesso, nel lungo periodo dobbiamo pur sempre arrivarci e siccome siamo esseri avversi alle perdite, diventa importante diversificare il portafoglio e proteggerci dalla volatilità di breve periodo. Il modo più usato da investitori retail e istituzionali è con un classico portafoglio composto da azioni e bond.
Ma il 2022 ci ha insegnato che il classico portafoglio 60/40 (nelle sue declinazioni) non ci protegge in tutti i contesti economici e che la correlazione tra azioni e bond non è sempre negativa. Infatti, quando l’inflazione è molto superiore alle aspettative di mercato, le Banche Centrali intervengono alzando i tassi d’interesse. Questi rialzi hanno un effetto negativo sia sulle azioni che le obbligazioni, la correlazione tra i due asset diventa positiva e il loro valore crolla.
Ma quindi, come proteggiamo il nostro portafoglio in contesti di depressione / reflazione / stagflazione? I dati storici non hanno dubbi: l’asset che ha registrato le migliori performance in questi contesti è l’oro.

Ma perché l’oro ha questo comportamento?
Perché di fatto ha una fortissima correlazione con i tassi d’interesse reali e soffre quando questi aumentano. Infatti, con alti tassi d’interesse detenere oro (che è un asset improduttivo) implicherebbe un costo opportunità dovuto ai mancati guadagni offerti da azioni e obbligazioni. Quando poi arrivano le prime sorprese inflazionistiche le banche centrali rispondono alzando i tassi d’interesse. Ma quando l’inflazione perdura, le banche smettono di alzare ulteriormente i tassi perché l’economia non riuscirebbe a sostenere un costo del denaro troppo elevato. Quindi, i rendimenti reali (dati dalla differenza tra i tassi d’interesse e l’inflazione) diminuiscono e l’oro cresce.
Concludiamo questa analisi mostrandovi un grafico in cui potete vedere la correlazione positiva tra il metallo giallo e i tassi d’interesse reali.

Ovviamente, il valore dell’oro dipende da moltissimi fattori economici e un solo articolo non basta a comprendere tutte le cause che lo portano ad apprezzarsi/deprezzarsi; ma capire la relazione del metallo giallo con i tassi d’interessi reali vi aiuta a comprendere meglio il comportamento di questo asset nei vari contesti economici.
Conclusioni
Lo scopo di questo articolo era capire meglio perché l’oro genera interesse nel mondo finanziario e come questo asset può essere inserito nei propri investimenti. Abbiamo cercato di analizzare il contesto storico che lo ha portato a raggiungere lo status di bene rifugio e abbiamo cercato di capire qual è il suo ruolo all’interno di un portafoglio equilibrato.
Possiamo concludere asserendo che il principale elemento che influenza l’oro sono i tassi di interesse reali e possiamo affermare che, vista la sua correlazione negativa con azioni e bond, è un ottimo strumento di diversificazione per proteggere il nostro portafoglio nel breve periodo, quando i classici portafogli 60/40 soffrono. Come detto, infatti, l’oro è uno dei pochi asset che performa bene in contesti di alta inflazione.
Nei nostri corsi, specialmente in All Weather, cerchiamo di spiegarvi in maniera completa come inserire questo e gli altri asset nel vostro portafoglio, con le giuste percentuali e sulla base dei vostri obiettivi finanziari. Per cui, se volete iniziare a diventare investitori consapevoli e indipendenti, vi basta consultare tutti i temi trattati nel nostro corso.
Per oggi é tutto, al prossimo articolo!